(ANSA) - FIRENZE, 10 NOV - Siamo entrati nel pieno della
'Decade of Action', i 10 anni entro i quali raggiungere i 17
obiettivi di Sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'Onu, ma
nessun dei 24 Paesi del Mediterraneo è sulla strada giusta:
l'area è 50/a nel ranking mondiale, l'Italia al 30/o posto. E'
quanto emerge dal rapporto 2020 'Sustainable development in the
Mediterranean - transformations to achieve the Sustainable
development goals (Sdgs)', frutto del lavoro congiunto tra il
Santa Chiara Lab dell'Università di Siena, il Sdsn Med e il Sdsn
delle Nazioni Unite. Il report sarà presentato il 12 novembre in
un evento online organizzato da Sdsn Med e Santa Chiara Lab: tra
i partecipanti Jeffrey Sachs, presidente del Sustainable
development solutions network, Angelo Riccaboni, presidente del
network Sdsn Med, Nasser Kamel, segretario generale dell'Unione
per il Mediterraneo.
Tra i dati emerge che il 12% della popolazione mediterranea è a
rischio di povertà e che il 26% è in condizione di obesità. La
gestione idrica risulta seriamente compromessa dai cambiamenti
climatici. Tra le azioni necessarie oltre all'adozione di
pratiche agricole più sostenibili, quelle di potenziare e
diffondere tecniche di acquacoltura e incentivare il trattamento
di acque reflue, insufficienti in molti Paesi. Risulta inoltre
urgente che i Paesi adottino standard ambientali condivisi per
tutelare la biodiversità, i bacini idrici e le aree marine
costiere. Ancora il 70% della popolazione vive in città ed è
esposta ad alte concentrazioni di polveri sottili. Occorre poi
migliorare l'accessibilità ai servizi di trasporto pubblico e la
gestione dei rifiuti, potenziare le infrastrutture digitali e
garantire una più ampia accessibilità a Internet.
Il rapporto ha portato anche alla costituzione di 6 centri
geografici, definiti Mediterranean hubs: si occuperanno di
educazione e disuguaglianze sociali e di genere (Sdsn France);
salute e benessere (Sdsn Spain); energia, decarbonizzazione e
produzione sostenibile (Sdsn Greece); cibo, suolo, acqua e mare
(Sdsn Mediterranean - Italy, con sede in Italia al Santa Chiara
Lab); città e comunità sostenibili (Sdsn Turkey); rivoluzione
digitale (Sdsn Cyprus). Il centro italiano, spiega Angelo
Riccaboni, anche presidente del S.Chiara Lab, "supporterà le
imprese nell'adozione di processi di innovazione e
trasformazione in grado di declinare sostenibilità e redditività
del settore agrifood". "I risultati dello studio - commenta poi
- confermano le grandi sfide e le enormi opportunità che
caratterizzano l'area del Mediterraneo. Abbiamo bisogno di uno
sforzo collettivo per dare attuazione ad una reale transizione
verso la sostenibilità". (ANSA).
