(ANSA) - ROMA, 24 NOV - Le associazioni animaliste ENPA,
LAC, LAV, Lipu e WWF Italia segnalano in un comunicato congiunto
"il grave problema del dilagare dell'attività venatoria anche
nelle zone rosse e arancioni, nonostante i divieti e le
prescrizioni imposte dal più recente DPCM, e dal comune buon
senso e responsabilità, in merito alle numerose, ed
inaccettabili, deroghe per poter esercitare la caccia in ogni
sua forma e senza limiti, compresa quella, particolarmente
pericolosa per la diffusione del Covid-19, in forma collettiva
come braccata e girata al cinghiale".
Le associazioni precisano che "il problema è stato sollevato
in una puntuale e dettagliata interrogazione presentata della
Senatrice Loredana De Petris" di Liberi e Uguali. "Con il
pretesto del controllo numerico del cinghiale - ha scritto la
parlamentare -, alcune Regioni, sollecitate dalle associazioni
venatorie, che chiedono di poter sparare come se non vi fosse
una emergenza sanitaria in corso, stanno interpellando i
Prefetti al fine - in alcuni casi incredibilmente ottenuto - di
autorizzare braccate e girate, che creano consistenti
assembramenti di decine persone in luoghi remoti, non
controllati, spesso con ultrasessantenni particolarmente
"sensibili" ai contagi. Persone che torneranno a casa, in
famiglia e tra gli amici, con elevato rischio di diffusione del
virus".
Le associazioni animaliste chiedono "alle Regioni e ai
Prefetti il rispetto dei DPCM, dei cittadini e della comunità
scientifica, che ha già sottolineato la pericolosità di inutili
assembramenti. Chiediamo a nome di milioni di italiani che il
Governo, e in particolare i Ministri interrogati, intervengano
al più presto". (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
