(di Tommaso Romanin)
(ANSA) - BOLOGNA, 21 NOV - E' potuto tornare a cavalcare la
sua moto, dopo un tumore alla scapola e una spalla ricostruita
in 3D. E' la storia di un quarantenne, appassionato delle due
ruote, operato nell'autunno del 2019 all'Istituto Ortopedico
Rizzoli di Bologna, e che a distanza di un anno ha recuperato la
funzionalità del braccio tanto da poter risalire in sella alla
sua amata Ducati.
Il paziente, originario di un'altra regione, il Veneto, è
stato seguito dal dottor Giuseppe Bianchi della Clinica di
ortopedia oncologica diretta dal professor Giuseppe Donati,
centro di riferimento nazionale per questo tipo di patologie.
La lesione alla scapola, all'inizio apparentemente benigna,
venne evidenziata da una lastra. Poi la diagnosi di
osteosarcoma, tumore delle ossa raro e aggressivo. Di fronte
alla gravità della situazione si rese necessario un intervento
chirurgico per asportare la parte di osso malata. Un intervento
fortunatamente conservativo, perché il tumore non si era ancora
esteso e la funzione dell'arto poteva essere preservata. Ma con
una prospettiva concreta di fortissima riduzione, perché è la
scapola a determinare il movimento del braccio.
"Abbiamo deciso di utilizzare la metodica ad oggi più moderna
per la ricostruzione di segmenti scheletrici a geometria
complessa quale è la scapola, vale a dire la resezione
'misurata' con guide di taglio e ricostruzione con protesi
personalizzata utilizzando la stampa 3D ed evitando
l'asportazione completa della scapola, che avrebbe portato a una
grave menomazione funzionale, con perdita di movimento della
spalla - ha spiegato il dottor Bianchi -: il tutto mantenendo
comunque i criteri di adeguatezza chirurgica per quanto concerne
gli aspetti oncologici".
Dopo un anno, e grazie a un percorso alla Medicina Fisica e
Riabilitativa del Rizzoli diretta dalla professoressa Maria
Grazia Benedetti, il paziente è riuscito a risalire sulla moto,
riprendendo a pieno la sua vita anche sotto questo aspetto. Ha
ricevuto anche la tessera di socio onorario del Moto Club Ior,
associazione di dipendenti dell'Istituto ortopedico bolognese
amanti delle due ruote e impegnati in iniziative benefiche. E
non appena la situazione epidemica lo consentirà, l'azienda
della sua moto, la Ducati di Borgo Panigale, lo inviterà in
visita al quartier generale di Bologna.
"Casi come questo spiegano perché è importante che i pazienti
con tumori delle ossa siano curati in un centro di riferimento
come l'Istituto Ortopedico Rizzoli, dove è nata l'ortopedia
oncologica italiana", commenta il direttore generale del
Rizzoli, Anselmo Campagna. "Competenze integrate di più
specialisti e ricerca di livello internazionale hanno consentito
- aggiunge - di ridurre la mortalità e di applicare
l'innovazione tecnologica in sala operatoria per migliorare la
qualità della vita dei pazienti, anche con soluzioni alternative
alle amputazioni. E nell'emergenza Covid i percorsi oncologici
continuano a essere garantiti e sicuri." (ANSA).
