(ANSA) - PALERMO, 20 DIC - E' polemica in Sicilia per
l'affidamento a una società privata del servizio di custodia e
vigilanza della Casa di Pirandello, a Porto Empedocle (Ag). A
criticare la scelta dell'assessorato ai Beni culturali, e della
Soprintendenza di Agrigento, è il sindacato Cobas/Codir che, in
una nota, comunica che si rivolgerà al Capo dello Stato e al
ministero della Cultura "per violazione di norme costituzionali
e di norme di settore in materia di tutela e vigilanza, in uno
dei più prestigiosi siti della cultura regionale".
Il sindacato, che rappresenta la maggior parte dei
dipendenti sindacalizzati della Regione siciliana, contesta
l'affidamento del servizio nella Casa di Pirandello per 25
giorni (dal 10 dicembre al 4 gennaio) alla società CoopCulture
con sede a Venezia, e il contestuale spostamento dei custodi
dipendenti regionali (15 in organico) in altri siti "anche se è
stato mantenuto il servizio solo nell'orario notturno", dice
Michele D'Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le
politiche dei beni culturali. "È paradossale e incredibile come
gli artefici di questa brutta storia, che segna un precedente
pericolosissimo nell'ambito della gestione del sistema dei beni
culturali regionali - dicono Michele D'Amico e Simone Romano,
coordinatore regionale del Cupas/Codir - Stiano dando spazio a
una società privata finanziandola con risorse pubbliche per
attività che l'amministrazione pubblica regionale deve svolgere
obbligatoriamente con il personale di ruolo". "In tutto questo
assistiamo a un silenzio assordante di un assessore,
incomprensibilmente assente, dinanzi a cotanta scellerata
gestione, anche di risorse pubbliche, palesemente contro ogni
previsione normativa". "Avevamo dato all'assessore - concludono
- due giorni di tempo affinché si prodigasse per ripristinare lo
stato di legittimità avvertendo che, perdurando l'attuale
situazione, non avremmo esitato a relazionare al presidente
della Repubblica e al ministro della Cultura su quanto sta
accadendo, in violazione di norme costituzionali e di norme di
settore in materia di tutela e vigilanza. A ciò si aggiunga il
presunto danno erariale che si potrebbe consumare e che,
nell'esercizio del nostro ruolo, stiamo valutando di segnalare
anche alle Autorità competenti". (ANSA).
