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Ideavano attentato in Italia, fermati 2 presunti jihadisti
Blitz di Ros e Gis a Trento. Gip convalida arresto solo per uno
24 giugno, 16:43 (ANSA) - ROMA, 24 GIU - Due giovani incensurati di origine
kosovare, un uomo e una donna, si sarebbero addestrati per
compiere atti violenti e avrebbero progettato di compiere in
Italia un attentato con ordigni esplosivi, in nome
dell'organizzazione terroristica "Stato Islamico" (IS). I
Carabinieri del Ros, con il supporto del Comando Provinciale
Trento, del Gruppo di Intervento Speciale (Gis), il 15 giugno,
hanno eseguito un provvedimento di fermo del Pm, emesso dalla
Procura della Repubblica di Trento, nei confronti dei due
indagati per associazione con finalità i terrorismo o di
eversione dell'ordine democratico, arruolamento ed addestramento
con finalità di terrorismo anche internazionale. Il gip del
Tribunale di Rovereto, il 18 giugno, ha disposto gli arresti
domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico nei
confronti del solo uomo.
I due sono stati indagati per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, arruolamento ed addestramento con finalità di terrorismo anche internazionale. Nei confronti dell'uomo il Gip ha disposto la misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico. Nella decisione sull'applicazione della misura cautelare, l'Ag. - viene spiegato - è stata determinata dalla necessità di garantire un percorso di deradicalizzazione dell'indagato, nel quale avrà un ruolo fondamentale la famiglia di origine, perfettamente integrata nel tessuto sociale italiano. Dalle attività investigative è emerso che i due giovani, nati in Italia da famiglie di origini kosovare, inseriti nel contesto sociale, di lavoro e di studio, avrebbero intrapreso da tempo un percorso di radicalizzazione reso possibile ed efficace dalla propaganda jihadista sul web.
Dopo aver commesso l'attentato, i due si sarebbero dovuti recare in Africa per unirsi all'organizzazione terroristica. Nel corso dell'operazione, sono state eseguite alcune perquisizioni che hanno consentito di sequestrare materiale informatico e prodotti chimici - precursori per la fabbricazione di ordigni esplosivi - consegnati al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche per gli accertamenti tecnici. (ANSA).
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I due sono stati indagati per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, arruolamento ed addestramento con finalità di terrorismo anche internazionale. Nei confronti dell'uomo il Gip ha disposto la misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico. Nella decisione sull'applicazione della misura cautelare, l'Ag. - viene spiegato - è stata determinata dalla necessità di garantire un percorso di deradicalizzazione dell'indagato, nel quale avrà un ruolo fondamentale la famiglia di origine, perfettamente integrata nel tessuto sociale italiano. Dalle attività investigative è emerso che i due giovani, nati in Italia da famiglie di origini kosovare, inseriti nel contesto sociale, di lavoro e di studio, avrebbero intrapreso da tempo un percorso di radicalizzazione reso possibile ed efficace dalla propaganda jihadista sul web.
Dopo aver commesso l'attentato, i due si sarebbero dovuti recare in Africa per unirsi all'organizzazione terroristica. Nel corso dell'operazione, sono state eseguite alcune perquisizioni che hanno consentito di sequestrare materiale informatico e prodotti chimici - precursori per la fabbricazione di ordigni esplosivi - consegnati al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche per gli accertamenti tecnici. (ANSA).