(ANSA) - ROMA, 18 OTT - "Le moderne tecnologie nel
riscaldamento domestico a legna, pellet e cippato riducono le
emissioni di polveri sottili a poche decine di grammi e, nei
casi migliori, con tecnologie ad emissioni "quasi zero", a pochi
grammi. L'introduzione massiccia di queste tecnologie cambierà
radicalmente il peso delle biomasse nelle emissioni di
particolato. Sono obiettivi che in alcuni paesi europei sono già
stati raggiunti concretamente, come certificano i dati
ufficiali". Lo scrive in un comunicato Aiel, l'Associazione
italiana energie agroforestali che rappresenta 500 imprese della
filiera legno-energia. Aiel risponde allo studio di EEP
(European Enviromental Bureau), che sostiene che da stufe e
caldaie a legna viene la metà delle polveri sottili nella Ue.
L'Aiel sostiene che "le biomasse legnose rappresentano la
principale fonte energetica rinnovabile nel nostro Paese e sono
una scelta economicamente vantaggiosa per molte famiglie, ma
anche un'opportunità concreta nell'ottica del contrasto al
cambiamento climatico". Per ridurre e risolvere il problema del
particolato, "Aiel ritiene prioritario continuare a sostenere il
ricambio tecnologico di stufe e caldaie obsolete con impianti
moderni e più performanti, in grado di abbattere le emissioni di
polveri sottili".
Aiel cita l'inventario nazionale delle emissioni pubblicato
annualmente da ISPRA. In inverno circa il 50% delle emissioni di
PM10 sono prodotte dal riscaldamento domestico, a causa di
tecnologie obsolete. Nel 2019 il 40,30% dell'energia termica da
riscaldamento a biomassa veniva prodotta da camini aperti ed il
18,40% da stufe a legna, mentre solo il 7,9% dell'energia è
prodotta mediante stufe a legna "evolute" e solo il 13,6% da
stufe a pellet. Nel 2019 tuttvai le emissioni di PM10 del
riscaldamento civile si confermano in calo (negli ultimi 10 anni
del 24%). Il calo dipende dal turn over tecnologico, raggiunto
anche grazie a incentivi come Conto Termico ed Ecobonus. (ANSA).
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