(ANSA) - PERUGIA, 10 OTT - "Per coniugarsi al futuro l'Umbria
non deve rinnegare se stessa, la sua storia, le sue tradizioni,
le sue vocazioni produttive e di coesione sociale. Perché
l'innovazione non si fa cambiando pelle, ma cambiando sguardo".
È stato all'insegna dell'ottimismo, e della voglia di
"reconquista", dopo un ventennio di bassissima crescita, il
convegno "Coniugare l'Umbria al futuro. Coesione, innovazione e
competenze per il futuro del Made in Italy sui mercati
internazionali", nell'ambito della sessione pubblica - che si è
svolta lunedì 10 ottobre a Perugia alla Sala dei Notari - della
31/a Convention mondiale delle Camere di commercio italiane
all'estero.
Si può essere innovativi - è stato detto - anche nei cosiddetti
settori maturi, se si riempiono di nuovi contenuti, di apertura
al nuovo e non di chiusura, se si riesce a far prevalere la
cooperazione rispetto alla competizione smodata che non si fa
sistema.
L'Italia - è stato sottolineato - è pur sempre l'ottavo Paese al
mondo per volume di Pil (Prodotto interno lordo), vanta corpi
sociali intermedi che, pur indeboliti, tengono la coesione
sociale e rappresentano un bene prezioso, e può contare su un
welfare che altri Paesi non hanno. E vanta, da una decina
d'anni, un avanzo commerciale annuo che in media è stato di 43
miliardi di euro, con le esportazioni che nel 2022 dovrebbero
arrivare a 600 miliardi di euro, in crescita di oltre il 10% sul
2021, anno che a sua volta era cresciuto di quasi il 19%
rispetto al 2020, superando i livelli pre-pandemia. E
sull'export l'Umbria ha fatto ancora meglio dell'Italia,
mettendo a segno +24% circa nel 2021 (prima per crescita delle
esportazioni tra le regioni del Centro) e +8,5% nel primo
trimestre 2022, ancora una volta sopra il dato nazionale".
Il presidente della Camera di commercio dell'Umbria, Giorgio
Mencaroni, ha osservato che "le imprese umbre, con la loro
resilienza durante la fase acuta del Covid e con lo sprint che
hanno mostrato sul fronte della crescita dell'export, hanno
mandato un grande segnale. È il frutto del grande lavoro fatto
negli anni scorsi e che in Umbria ha visto in prima fila la
Camera di commercio in stretto raccordo con tutto il Sistema
camerale. Ora, nonostante le difficoltà contingenti, molto
serie, si respira un'altra aria. Non possiamo mancare e non
mancheremo ai nostri impegni di player
dell'internazionalizzazione nella regione, in raccordo con tutti
i soggetti in campo, istituzionali e non. La mission deve essere
quella di allargare la platea delle aziende internazionalizzate
che non possono essere solo le grandi e le medie, ma anche le
piccole e oggi perfino le micro. Ci sono grandi spazi e nicchie
di mercati internazionali su cui dobbiamo e possiamo esprimere
concretamente grandi potenzialità".
Il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha messo
l'accento sul fatto che "uno dei fattori chiave perché il Made
in Italy continui il suo cammino di crescita sui mercati
internazionali è che le nostre imprese abbiano a disposizione le
competenze professionali in grado di sostenerne la capacità
innovativa e competitiva. Le analisi del Sistema informativo
Excelsior di Unioncamere e Anpal prevedono che, tra il 2022 e il
2026, il fabbisogno occupazionale riguarderà per il 50%
personale con competenze digitali, per oltre il 60% personale
con competenze green. Ma, se guardiamo ai dati dello scorso
anno, ci rendiamo conto che un profilo professionale su tre è
difficile da trovare. Sciogliere questo nodo è complicato, ma è
fondamentale scioglierlo per assicurare quel capitale umano
competente e capace di mantenere la propensione alla qualità e
alla creatività che contraddistingue il Made in Italy".
Lorenzo Tagliavanti, presidente di Infocamere, ha messo in
evidenza "la trasparenza del sistema italiano grazie al Registro
delle imprese, tenuto dalle Camere di commercio, che offre
garanzie sulla reale consistenza e situazione delle aziende. Un
sistema che dobbiamo spingere perché sia adottato anche
all'estero, dove in molti Paesi manca, così che venga fornita
alle imprese italiane quella garanzia che viene fornita in
Italia".
E una chiamata a raccolta è arrivata dal neo presidente di
Assocamerestero, Mario Pozza, eletto ieri durante la seconda
giornata della Convention mondiale: "L'Italia ha tutto, ma
proprio tutto, per imporsi sui mercati internazionali. I 600
miliardi di euro di export che raggiungeremo quest'anno deve
essere un nuovo trampolino di lancio, non un punto d'arrivo".
(ANSA).
Ottimismo al convegno "Coniugare l'Umbria al futuro"
Nell'ambito della Convention Camere di commercio all'estero
