Terremoto: indagato per il Cas e poi prosciolto
Si era trasferito a Fiastra pochi giorni prima del sisma

(ANSA) - FIASTRA, 10 LUG - Per oltre un anno è stato indagato
con l'accusa di falso e truffa aggravata per poi vedersi
prosciolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste. "Ma il
danno che ho subito è stato pesante e ne pago tuttora le
conseguenze": a dirlo all'ANSA - raccontando la vicenda che lo
ha visto coinvolto - è Patrik Bresciani, 45 anni di Fiastra, in
provincia di Macerata. La Guardia di finanza lo aveva messo
sotto la lente della giustizia per aver "indebitamente" -
secondo l'accusa - percepito il Cas, contributo di autonoma
sistemazione a seguito del crollo della sua abitazione per il
terremoto del 2016. A maggio scorso l'archiviazione. "Giustizia
è stata fatta, ma senza dubbio resta il danno per il mio
assistito", commenta l'avvocato Tiziano Luzi, di Civitanova
Marche, che ha seguito il caso. Tutto ha avuto inizio nel 2021
con un controllo a campione che la Finanza ha eseguito sulle
erogazioni dei Cas e sulle assegnazioni delle casette Sae ai
terremotati. "Una ventina di giorni prima della grande scossa di
terremoto del 30 ottobre di 6 anni fa - racconta Bresciani -
presi la residenza a Fiastra, presso la casa dei miei genitori,
dove avevo intenzione di vivere stabilmente, lasciando così la
città di Bolzano, dove in quel periodo lavoravo". "Neanche il
tempo di organizzarmi e il sisma mi distrusse l'abitazione -
ricorda ancora l'uomo - e quindi feci prima richiesta del Cas e
poi della Sae. Ma secondo la Finanza - sottolinea - non ne avevo
diritto, perché lavoravo a Bolzano e così mi sono ritrovato
indagato e con tutti i conti in banca bloccati e nel frattempo
avevo aperto una tabaccheria a Roma. Vi lascio immaginare cosa
ho dovuto affrontare e cosa sto ancora affrontando per
risollevarmi. Il tutto si poteva evitare se si fosse svolta
un'indagine mirata e non a campione". "Ricostruire la vicenda e
dimostrare che il mio assistito aveva tutte le carte in regola
per chiedere il contributo non è stato semplice, ma alla fine la
verità dei fatti è stata acclarata", spiega l'avvocato Luzi.
"Bresciani aveva preso la residenza a Fiastra solo pochi giorni
prima del sisma e anche le utenze erano ancora a nome del padre,
ma alla fine il giudice ha compreso che il mio assistito non
poteva certo prevedere l'arrivo del terremoto e quindi non
poteva aver preso la residenza nelle Marche per truffare lo
Stato", aggiunge il legale. "Spero che vicende come queste non
possano più ripetersi con altri, ti rovinano la vita", conclude
Patrik. (ANSA).
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