(di Danilo Nardoni)
(ANSA) - PERUGIA, 23 MAR - Giornalismo, soprattutto quello
sul fronte di guerra e in esilio, attivismo, mondo accademico,
nuove frontiere della tecnologia e del digitale: sono le
"strade" che portano a Perugia, al Festival internazionale del
giornalismo, "per una comunità sempre più allargata e
interconnessa, unita dal bisogno di capire il presente per
incamminarsi verso il futuro". Arianna Ciccone e Christopher
Potter, co-fondatori e direttori dell'evento "più internazionale
che mai", hanno presentato la 17/a edizione in programma dal 19
al 23 aprile.
Tra le protagoniste del 2023 c'è prima di tutto l'Ucraina, ad
un anno dall'invasione della Russia. Ma sotto i riflettori anche
tutti i Paesi (Siria, Yemen, Afghanistan, Iran) in cui i
giornalisti devono misurarsi con minacce, abusi e rischi: se ne
parlerà anche grazie a un documentario, "Endangered", che ha tra
i suoi produttori il Premio Pulitzer Ronan Farrow. Poi ci
saranno le giornaliste che hanno subito abusi e campagne di
delegittimazione, come il premio Nobel Maria Ressa e la
giornalista britannica Carole Cadwalladr.
Inoltre, al centro i problemi dell'informazione che
riguardano anche una categoria ormai sempre più cruciale per le
grandi inchieste, quella del whistleblower, fino
all'intelligenza artificiale con le implicazioni sul
giornalismo.
Le suggestive ambientazioni del centro storico di Perugia
ospiteranno più di 500 speaker provenienti da tutto il mondo,
pronti ad alternarsi ai microfoni dei quasi 200 eventi in
programma, tutti ad ingresso libero oltre che in diretta
streaming e on demand sul sito del Festival. Senza contare, come
sottolineano gli organizzatori, la parte "off", ovvero "il
festival che non si vede", come ha spiegato Potter. "La
ricchezza - ha detto - sono anche i side events, con meet up e
incontri professionali che si svolgono a Perugia nei giorni
dell'evento".
Confronto che mancherà invece in merito alla vicenda Ucraina
per la parte "filorussa", con gli organizzatori che hanno
spiegato i motivi. "Voci opposte a quelle del sostegno
all'Ucraina - ha detto Ciccone - non le abbiamo volute, non
meritano di essere qua. Su questo non c'è possibilità di
confronto. Non ci può essere altra posizione e messaggio
politico se non quello del sostegno 'senza se e senza ma' al
popolo ucraino. Ai tempi del nazismo si poteva essere neutrali
nei confronti dell'olocausto? La dobbiamo smettere di mettere
sempre le posizioni sullo stesso piano. Questo è anche un male
del giornalismo italiano".
Saranno così ascoltati i giornalisti che hanno documentato
l'assedio di Mariupol, come il team di Associated Press o la
realtà ucraina divenuta sempre più importante nel panorama
mediatico internazionale, Kyiv Independent, con la redazione del
sito di informazione che a Perugia parlerà anche dell'inchiesta
che ha condotto sulla corruzione nelle forze armate ucraine. A
Perugia si vedrà inoltre come operano dall'estero quelle che
sono vere e proprie redazioni in esilio, come alcuni giornalisti
russi, e il figlio di Jimmy Lai, storico editore di Hong Kong.
Roberto Saviano e Corrado Formigli terranno un incontro sul tema
della libertà di informazione sotto attacco del potere.
"Il festival è una vetrina unica e di grande livello, per
questo lo sosteniamo ancora una volta in maniera convinta,
identifica la regione e dà un apporto di visibilità importante
all'Umbria che si sta facendo conoscere in Italia e nel mondo
sempre di più e che sta riacquistando la propria capacità
attrattiva" ha affermato Donatella Tesei, presidente della
Regione Umbria, partner istituzionale del festival insieme al
Comune di Perugia. (ANSA).
Festival del giornalismo, al centro Ucraina e digitale
La rassegna internazionale a Perugia con 500 speaker
