(ANSA) - ROMA, 07 MAR - Essere donna e per giunta con una
disabilità è ancora un problema in Italia e non solo, e molto
c'è ancora da fare soprattutto per far emergere violenze fisiche
e psicologiche spesso due volte sommerse. Lo afferma in una
intervista all'ANSA, a pochi giorni dall'8 marzo, Zoe Rondini,
scrittrice e blogger che dalla nascita convive con una
disabilità fisica che non le impedisce di essere costantemente
attiva nelle battaglie sulla sessualità e la violenza di genere,
contro il bullismo e per l'inclusione in tutti i campi.
"Purtroppo - afferma - essere donne con disabilità vuol dire
spesso essere disabili due volte. I dati ci dicono che sono
maggiormente colpite dalla violenza di genere. Spesso sono
vittime degli stessi caregiver o dei partner e hanno paura di
denunciarli per paura di rimanere sole, dovendo dipendere da
loro anche solo per uscire di casa". La statistica ha finora
riconosciuto al secondo posto la violenza contro i disabili
rispetto a quella contro le donne per questo motivo, ma gli
ultimi dati dell'Istat stanno facendo emergere un iceberg.
Secondo dati forniti dalla direttrice centrale dell'Istituto
Lidia Laura Sabbadini alla trasmissione di Raitre 'O anche no',
condotta da Paola Severini e di cui Zoe Rondini è consulente, le
donne disabili hanno subito violenza fisica o sessuale nel 36%
dei casi; la media delle donne complessivamente è del 31%. E'
emerso anche che le donne con disabilità subiscono più stupri o
tentati stupri delle altre donne e subiscono anche più violenza
psicologica e più stalking. Violenze che, insiste Zoe Rondini,
sarebbero comunque almeno il doppio, "specie nel caso di donne
con piccoli problemi cognitivi che magari hanno più difficoltà a
capire il confine tra coccole, amorevolezza e altro".
"L'informazione statistica è fondamentale - ha aggiunto
Sabbadini - perchè è proprio attraverso i numeri che abbiamo la
possibilità di capire quello che realmente succede e di
intervenire conseguentemente e adeguatamente". Lo ha capito
anche il parlamento che lo scorso anno ha varato all'unanimità
una legge che prevede un'indagine periodica per far emergere il
maggior numero possibile di abusi.
Violenze fisiche ma anche bullismo, reale e virtuale, e
accesso più difficile ai controlli sanitari. "Ad esempio -
afferma Zoe - sono pochissime le donne con disabilità che
effettuano regolarmente pap test e mammografie, non solo a causa
delle barriere architettoniche spesso ostacoli per qualunque
cosa, ma anche per una cultura che, negando ai disabili il
diritto alla sessualità, ritiene che un certo tipo di controlli
sia inutile, anche se in realtà servono a prevenire i tumori ed
è un problema generale di salute". Donne discriminate anche sul
lavoro, che, quando ottengono un impiego, hanno spesso salari
più bassi.
Zoe Rondini, 41 anni, è attiva da 20 nella difesa dei diritti
delle persone con disabilità. Ha scritto due libri, Nata viva,
una appassionata autobiografia in cui racconta come 5 minuti di
anossia alla nascita abbiano segnato il suo destino, diventata
anche un cortometraggio premiato, e RaccontAbili,raccolta di
interviste a persone diversamente abili. Cura il blog 'Piccolo
genio' e una pagina facebook dedicata ad 'Amore, disabilità e
tabù'. Porta avanti, inoltre, un progetto anti bullismo e per
insegnare la narrazione di sè destinato alle scuole. Vive da
sola, con un piccolo aiuto, da quando aveva 21 anni. (ANSA).
8 marzo: donne con disabilità due volte vittime di violenza
Parla Zoe Rondini, scrittrice, blogger e attivista per la parità
